Articolo del 01/06/2016 di Patrizia Del Prete su Italia Aperta
Contratti con i Fondi interprofessionali senza arbitro. Anac e Antitrust hanno confermato, rispettivamente con una nota di gennaio 2016 e un Parere di aprile 2016 (si veda ItaliaOggi dell’ll maggio), che i Fondi interprofessionali per la formazione sarebbero organismi di diritto pubblico, con conseguente applicazione del codice dei contratti pubblici e la vigilanza dell’Anac. A oggi però nessuna autorità sembra confermare concretamente un ruolo di vigilanza e di presidio di contratti e controversie nel mercato, in cui sono evidenti forti interessi sindacali e di molteplici associazioni datoriali.
L’assenza di contratti presta il fianco a possibili arbitrarietà che condizionano concorrenza e operatività delle imprese e degli enti formativi del sistema, come rilevabile dalle raccomandazioni fornite dall’antitrust al ministero del lavoro (da cui i Fondi dipendono) affinché nonni adeguatamente per maggiore trasparenza e concorrenzialità nel sistema.
L’operatività dei Fondi è regolata da manuali imposti unilateralmente dagli stessi a imprese ed enti formativi. Le interpretazioni spesso soggettive a cui si prestano, per esempio per documentazione richiesta ex post in rendicontazione, possono interferire notevolmente nell’operatività, non essendoci arbitri cui riferirsi per possibili dialettiche, né contratti a monte dei rapporti. L’imposizione di contratti, rilasciati a imprese iscritte (con trasparenza di condizioni e impegni reciproci), così come agli enti formativi (che collaborano con i Fondi per l’iscrizione delle aziende, consulenza e progettazione dei corsi), eliminerebbe buona parte delle diatribe.
Occorre però che un’autorità si accolli ufficialmente la responsabilità di presidiare concretamente la contrattualistica nonché le eventuali controversie che non possono essere delegate al giudice civile se non in ultima istanza.
Il ministero del lavoro non aveva e non ha concreti strumenti di intervento, nonostante i Fondi gestiscano denaro pubblico. Fino a qualche mese fa era possibile, per i poteri attribuiti, esigerne i bilanci e commissariarli, come è già avvenuto in un paio di casi. Ora invece, non ancora decollata l’Anpal, sotto il cui presidio dovrebbero ricadere tutte le politiche attive, risulta impossibile effettuare alcun controllo a beneficio del mercato.
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